Padre e figlia sono scomparsi nelle Smoky Mountains; 5 anni dopo, degli escursionisti ritrovano questo corpo intrappolato in una fessura della roccia… 👇

Era una mattina di settembre del 2020 quando David Turner, un insegnante di scienze di Knoxville, partì per un’escursione nelle Smoky Mountains insieme a sua figlia di otto anni, Emily. Dovevano tornare quella sera stessa. Ma non fecero mai ritorno. Da allora, il loro nome è stato sinonimo di uno dei misteri più inquietanti e irrisolti degli Appalachi.

Le ricerche durarono settimane. Centinaia di volontari, cani da fiuto e droni perlustrarono ogni sentiero, ogni ruscello, ogni grotta. Ma di padre e figlia, nessuna traccia. Gli agenti trovarono soltanto uno zaino blu, con dentro un quaderno da disegno e un biglietto scarabocchiato: “Papà dice che il bosco ci sta ascoltando.”

Dopo cinque anni di silenzio e dolore, il caso sembrava ormai archiviato. Fino a luglio 2025, quando un gruppo di escursionisti dell’Università del Tennessee, esplorando un’area remota e inaccessibile del Mount LeConte, fece una scoperta che avrebbe gelato il sangue di chiunque.

Mentre si arrampicavano su una parete rocciosa poco frequentata, uno degli studenti, Mark Hill, notò qualcosa di insolito in una stretta fessura tra due grandi massi. “Sembrava un tessuto… o forse un pezzo di plastica vecchia,” raccontò. “Poi ho visto un braccio.”

Il corpo, parzialmente mummificato e intrappolato nella roccia, apparteneva a David Turner. La posizione in cui si trovava era impossibile da spiegare: il busto rivolto verso il basso, le mani tese in avanti come se avesse cercato di spingere qualcuno o qualcosa lontano da sé.

A pochi metri di distanza, in una piccola cavità, gli investigatori trovarono una scarpetta da bambina e un peluche di orso, ancora intatto. Ma di Emily, nessuna traccia.

Il mistero si infittì quando, durante il recupero del corpo, uno dei soccorritori trovò una videocamera GoPro incastrata sotto le rocce. Dopo giorni di lavoro per ripristinarla, i tecnici riuscirono a recuperare alcuni frammenti di video.

Le immagini mostravano David e la bambina sorridenti all’inizio dell’escursione, mentre camminavano lungo un sentiero. Poi, improvvisamente, l’atmosfera cambiava. Le registrazioni successive erano confuse, tremolanti. Si sentiva il respiro affannoso dell’uomo, il fruscio del vento e una voce di bambina che diceva:

“Papà, c’è qualcuno dietro di noi?”

La telecamera cadde, e si udì un urlo lontano. Poi il silenzio.

Le autorità federali hanno aperto un’indagine ufficiale, ma i risultati preliminari non hanno chiarito nulla. Non ci sono segni evidenti di lotta né impronte di altre persone. Eppure, alcuni dettagli inquietanti emersi dal rapporto forense hanno alimentato nuove teorie.

Secondo il medico legale, David aveva segni profondi sui polsi, come se fosse stato trattenuto o legato con qualcosa. Inoltre, sul suo diario personale — trovato in un contenitore sigillato vicino al corpo — c’erano frasi criptiche, scritte nei giorni precedenti alla scomparsa:

“Stanotte ho visto le luci nel bosco.”
“Non siamo soli qui. Qualcuno ci segue, ma non lascia impronte.”
“Emily dice che sente le voci chiamarla per nome.”

Le autorità hanno cercato di spiegare tutto razionalmente: stress, freddo, disorientamento, forse allucinazioni dovute alla fatica. Tuttavia, gli abitanti delle cittadine vicine alle Smoky Mountains hanno raccontato di antiche leggende Cherokee su spiriti che vivono tra gli alberi, “guardiani della montagna” che si mostrano solo a chi si avventura troppo lontano dal sentiero.

Uno dei ranger veterani del parco, Bill Crawford, ha confessato ai media locali:

“Negli anni ho sentito centinaia di storie. Ma questa… questa mi fa venire la pelle d’oca. Quella zona, in particolare, è evitata da molti. Dicono che di notte si vedano luci muoversi da sole tra gli alberi, come lanterne sospese.”

Cinque giorni dopo il ritrovamento, una squadra di ricerca tornò sul luogo per continuare la perlustrazione. Ma quando raggiunsero la fessura dove era stato trovato David, notarono qualcosa di impossibile: la roccia sembrava diversa, come se si fosse spostata. L’apertura era più stretta, e la piccola cavità dove avevano visto la scarpetta era ora completamente chiusa.

In una conferenza stampa successiva, il capo delle operazioni ammise che la scarpetta di Emily non era più lì.

Da allora, il parco ha vietato l’accesso a quella zona, ufficialmente per motivi di sicurezza. Ma chi vive nei dintorni giura che, nelle notti nebbiose, si possa ancora sentire una voce di bambina sussurrare tra gli alberi:

“Papà, torniamo a casa?”

E così, nelle profondità delle Smoky Mountains, il mistero di David ed Emily Turner rimane sospeso tra realtà e leggenda. Forse il bosco non restituisce mai davvero chi osa disturbare i suoi segreti.

 
 

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