“LA JUVENTUS DEVE PRENDERE PROVVEDIMENTI PER LOCATELLI” Il presidente Comolli ha inviato un ULTIMATE a mister Spalletti quando voleva che Manuel Locatelli fosse il fulcro del gioco della squadra torinese, ma la risposta di Spalletti ha sorpreso tutti 😯

“LA JUVENTUS DEVE PRENDERE PROVVEDIMENTI PER LOCATELLI” Il presidente Comolli ha inviato un ULTIMATE a mister Spalletti quando voleva che Manuel Locatelli fosse il fulcro del gioco della squadra torinese, ma la risposta di Spalletti ha sorpreso tutti 😯

Nel vorticoso dramma della Serie A, la Juventus si trova a un bivio. Il presidente Damien Comolli ha lanciato un duro ultimatum al nuovo allenatore Luciano Spalletti. La richiesta si concentra sul centrocampista Manuel Locatelli, che il club immagina come la forza fondamentale per la rinascita del centrocampo. Eppure, la risposta inaspettata di Spalletti ha lasciato tifosi e opinionisti sconcertati.

La nomina di Spalletti all’inizio di questo mese ha segnato una svolta disperata per i bianconeri. Dopo aver esonerato Igor Tudor a seguito di un inizio deludente della stagione 2025-26, la Juventus si è rivolta all’ex CT della Nazionale italiana. Comolli, l’influente CEO del club, ha guidato l’operazione, sperando che l’acume tattico di Spalletti avrebbe iniettato stabilità in una squadra afflitta da incoerenza.

Locatelli, acquistato dal Sassuolo nel 2021 per 20 milioni di euro, era un tempo considerato il perno del centrocampo della Juventus. Il suo ruolo di regista arretrato prometteva di orchestrare gli attacchi con precisione. Tuttavia, infortuni e incongruenze tattiche lo hanno portato a scivolare nella mediocrità, spingendo a chiedere una revisione strategica all’interno della gerarchia del Torino.

L’ultimatum di Comolli, pronunciato la scorsa settimana in un’accesa riunione del consiglio di amministrazione, è stato inequivocabile. Ha esortato Spalletti a riposizionare Locatelli al centro della costruzione del gioco della squadra. L’amministratore delegato ha sostenuto che mettere da parte il 27enne avrebbe minato la visione a lungo termine del club, soprattutto con l’avvicinarsi della sessione di mercato di gennaio.

Fonti vicine al club rivelano che la frustrazione di Comolli deriva dal sottoutilizzo di Locatelli durante le precedenti dirigenze. “Manuel è il nostro regista; deve essere centrale”, ha dichiarato Comolli a una fonte interna. Il presidente ritiene che integrare pienamente Locatelli potrebbe liberare il potenziale di attaccanti come Dusan Vlahovic e Kenan Yildiz. Spalletti, noto per i suoi fluidi moduli 4-3-3 ai tempi del Napoli, ascoltò attentamente, ma replicò con una bomba. “Locatelli non ha la finezza tecnica dei veri registi”, avrebbe dichiarato il 66enne, riecheggiando i sentimenti del suo mandato in Italia, dove aveva ripetutamente messo in panchina il giocatore.

Questa rivelazione ha sbalordito la sala. Spalletti, fresco di firma di un contratto di otto mesi del valore di 3 milioni di euro con una clausola di proroga, ha auspicato alternative. Ha suggerito di spostare Locatelli in un ruolo box-to-box, liberando spazio per un centrocampista più creativo come Teun Koopmeiners o un obiettivo di gennaio.

Lo scontro mette in luce le crepe più profonde nella Juventus. Comolli, nominato amministratore delegato nel contesto di una ristrutturazione in corso, è sotto esame per i passi falsi del mercato del passato. I critici indicano la mancata qualificazione del club alla fase a eliminazione diretta di Champions League la scorsa stagione come prova del suo “gigantesco problema” nella costruzione della rosa.

La replica di Spalletti non era una semplice sfida; Per alcuni era un’eresia tattica. Durante la sua esperienza in Italia, preferì la compostezza di Jorginho all’atletismo di Locatelli, una decisione che suscitò l’ira dei tifosi azzurri. Ora, alla Juventus, raddoppia, proponendo Khephren Thuram o persino il promettente Nicolò Fagioli come regista.

I tifosi sono esplosi sui social media, con l’hashtag #LocatelliOut che è diventato di tendenza a Torino per un breve periodo. “Comolli ha ragione: costruire attorno a Manu!” ha twittato un tifoso, mentre un altro si lamentava: “L’ego di Spalletti contro l’armonia di squadra?”. La divisione sottolinea la crisi d’identità della Juventus post-Allegri.

In campo, le conseguenze dell’ultimatum sono state immediate. In una recente sessione di allenamento interrotta dalle convocazioni in nazionale – tra cui Locatelli per l’Italia – Spalletti ha sperimentato un centrocampo a tre. Locatelli ha giocato in modo prominente, ma con un ruolo di spola, non come il direttore d’orchestra Comolli desidera. La leggenda del club, Giorgio Chiellini, ora in un ruolo strategico, si è gettato nella mischia. Difendendo Locatelli dopo un pareggio deludente in Champions League contro il Real Madrid, Chiellini ha insistito: “La leadership di Manuel è sottovalutata. Dategli tempo con Spalletti”. Le sue parole hanno offerto un ponte, ma le tensioni si accumulano.

Con l’avvicinarsi dell’inverno, la Juventus punta ai rinforzi. Il bottino di Comolli include la corsa a Felix Nmecha del Borussia Dortmund, un centrocampista versatile che si adatta al modello di Spalletti. Tuttavia, l’amministratore delegato insiste sul fatto che qualsiasi ingaggio debba integrare, non sostituire, il ruolo chiave di Locatelli.

Spalletti, imperterrito, trae spunto dal suo trionfo con il Napoli nel 2023, dove l’equilibrio a centrocampo ha contribuito alla vittoria dello Scudetto. Immagina un reparto di pressing alto in cui l’energia di Locatelli interferisca piuttosto che dettare legge. “Evoluzione, non rivoluzione”, ha detto ai giornalisti dopo la nomina.

La risoluzione dell’ultimatum potrebbe definire la stagione della Juventus. Con rivali di Serie A come Inter e Napoli in ascesa, i bianconeri si trovano a metà classifica, alla disperata ricerca di slancio. L’asse Spalletti-Locatelli potrebbe stabilizzarsi; una frattura potrebbe causare ulteriore caos.

Comolli, sempre pragmatico, ha fissato una scadenza: i risultati entro la sfida contro l’Udinese del mese prossimo. La mancata integrazione di Locatelli rischia di sconvolgere il consiglio di amministrazione, mettendo potenzialmente a repentaglio il periodo di luna di miele di Spalletti. Il tempo stringe a Torino.

Locatelli stesso rimane stoico, pubblicando criptici video di allenamento su Instagram. “Concentrato sullo stemma”, recita la sua didascalia, un cenno alla lealtà in mezzo alle speculazioni. Compagni di squadra come Bremer, fuori gioco per infortunio, si stringono attorno a lui, sottolineando l’unità della squadra.

Gli analisti elogiano l’audacia di Comolli, ma mettono in guardia dagli eccessi. “Spalletti è un vincente comprovato; la microgestione tattica porta al disastro”, ha commentato Fabio Caressa di Sky Sport. Eppure, la visione dell’amministratore delegato è in linea con la missione del proprietario John Elkann per una rinascita incentrata sui giovani.

In questa partita di poker ad alto rischio, Spalletti ha carte forti: il suo pedigree e le recenti imprese in Italia. Ma l’ultimatum di Comolli richiede un compromesso. Forse un ruolo ibrido per Locatelli – regista una partita, dinamo la successiva – potrebbe placare entrambi.

Mentre la Juventus affronta questa tempesta interna, le pressioni esterne aumentano. La fase Champions League riprenderà presto, mettendo alla prova il coraggio di Spalletti senza giocatori chiave come Vlahovic in nazionale. Il destino di Locatelli è in bilico.

In definitiva, questa saga trascende un singolo giocatore. Si tratta di riconquistare l’aura di dominio della Juventus. La spinta di Comolli per Locatelli simboleggia un ritorno a un calcio disciplinato e identitario. La resistenza di Spalletti promuove l’innovazione.

Prevarrà l’armonia o la frattura si allargherà? Torino attende. Alla fine, saranno i trofei, non gli ultimatum, a giudicarli. Per ora, il dramma affascina, ricordandoci perché il calcio in scena rivaleggia con qualsiasi palcoscenico.

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