🔥 “ME NE ANDRÒ SUBITO DALLA JUVENTUS SE LE MIE RICHIESTE NON VERRANNO SODDISFATTE!” Kenan Yildiz ha scosso l’intero mondo del calcio chiedendo uno stipendio triplo rispetto a quello di Vlahovic per rinnovare il contratto. Una mossa shock che ha costretto il presidente Comolli a intervenire immediatamente, adottando decisioni mai viste prima nella storia del club. Dettagli nei commenti 👇👇

Nel cuore di Torino, una tempesta si sta scatenando al centro sportivo della Continassa della Juventus, dove le voci di malcontento sono sfociate in una vera e propria crisi. Kenan Yildiz, la ventenne stella turca che indossa l’iconica maglia numero 10, ha lanciato un ultimatum che ha sconvolto il panorama della Serie A. Fonti vicine al club rivelano che Yildiz, reduce da un inizio di stagione 2025-26 folgorante, chiede un ingaggio triplo rispetto agli attuali 1,5 milioni di euro all’anno, puntando a 6 milioni di euro all’anno per raggiungere i guadagni dei giocatori d’élite dell’Allianz Stadium.
Questa presa di posizione audace arriva mentre il contratto di Yildiz, in scadenza nel 2029, è in un precario limbo. Il giovane attaccante, che ha fatto irruzione sulla scena con una tripletta contro il Frosinone la scorsa stagione e ha già messo a segno due gol e tre assist in questa stagione, si sente sottovalutato nel contesto della turbolenta ricostruzione della Juventus. Il suo agente, l’influente Jorge Mendes, avrebbe avuto uno scontro con i negoziatori del club non solo per quanto riguarda gli stipendi, ma anche per le rassicurazioni su un progetto competitivo sotto la guida del nuovo allenatore Luciano Spalletti. “Non è avidità; è una questione di impegno”, ha confidato una fonte interna, sottolineando la frustrazione di Yildiz per la recente giostra manageriale e le difficoltà finanziarie del club.

Il momento non potrebbe essere più drammatico. La Juventus, ancora alle prese con una stagione 2024-25 senza trofei, è terza in Serie A, sostenuta dal talento di Yildiz e dalla prodezza goleador di Dusan Vlahovic. Eppure, la vicenda contrattuale di Vlahovic – in scadenza la prossima estate con il suo ingaggio da 12 milioni di euro insostenibile per il rinnovo – rispecchia l’inquietudine di Yildiz. L’attaccante serbo ha rinviato i colloqui a fine stagione, valutando la possibilità di diventare free agent se le condizioni non dovessero essere allineate. La richiesta di Yildiz, fissata alla metà di quella di Vlahovic ma con un balzo in avanti sbalorditivo rispetto alla sua, sottolinea un cambio generazionale: talenti come lui non aspetteranno la stabilità in un club alle prese con i limiti del Fair Play Finanziario.
Il tam tam del calcio si è acceso da un giorno all’altro. I pesi massimi della Premier League, Chelsea e Arsenal, che a luglio hanno visto rifiutate offerte da 67 milioni di euro, stanno roteando come avvoltoi. Il Real Madrid, sotto l’occhio vigile di Xabi Alonso, vede Yildiz come il candidato perfetto per la sua pipeline Galactico, con segnalazioni di sondaggi informali già effettuati. Persino il Bayern Monaco, il club d’infanzia di Yildiz da cui la Juventus lo ha sottratto per una miseria nel 2022, si nasconde nell’ombra. “Se le richieste non saranno soddisfatte, se ne andrà immediatamente”, ha fatto trapelare un collaboratore di Mendes ai media italiani, amplificando il panico a Torino. I social media sono esplosi, con l’hashtag #YildizOut di tendenza insieme alle richieste dei tifosi di mantenere la sanità mentale.

Entra in scena Damien Comolli, neo-CEO della Juventus, il cui periodo di luna di miele è stato bruscamente interrotto. Promosso solo pochi mesi fa, il francese, noto per i suoi astuti affari con Liverpool e Tolosa, si ritrova catapultato nella mischia. Fonti interne al consiglio di amministrazione indicano che Comolli ha convocato un vertice di emergenza con il proprietario John Elkann, il responsabile delle operazioni calcistiche Giorgio Chiellini e il direttore sportivo Cristiano Giuntoli. “È una cosa senza precedenti”, ha ammesso un dirigente. Elkann, raramente presente sul campo, ha dato il via libera a un fondo di riserva: una proposta di clausola rescissoria da 100 milioni di euro per Yildiz in caso di fallimento delle trattative, garantendo così che non ci siano svendite ai rivali.
Il copione di Comolli è tratto direttamente da un manuale di gestione delle crisi. Innanzitutto, un ramoscello d’ulivo pubblico: Chiellini, il leggendario difensore diventato dirigente, si è presentato a Juventus TV con un atteggiamento rassicurante. “Stiamo lavorando con calma al nuovo contratto di Kenan fino al 2030. Le intenzioni sono allineate: intendiamo continuare insieme”, ha assicurato i tifosi, sedando l’immediata rivolta. A porte chiuse, Comolli ha presentato un’offerta migliore: 5 milioni di euro di stipendio base più premi di rendimento che si avvicinano ai 6 milioni, insieme alla garanzia di investimenti nella squadra. Spalletti, il pragmatico tattico assunto dopo il trionfo in Coppa del Mondo per club, ha fatto personalmente pressioni per il mantenimento di Yildiz, citando i suoi 2,6 tiri a partita e i passaggi chiave da leader del campionato come insostituibili.

Eppure, il diavolo si nasconde nei dettagli. La squadra di Yildiz cerca più degli euro: brama una tabella di marcia verso la gloria in Champions League, non una mediocrità da metà classifica. Le promesse di ambizione del passato sotto Thiago Motta e Igor Tudor sono fallite, lasciando cicatrici. “Kenan allarga le braccia in partita, urlando per avere supporto in attacco”, ha osservato di recente Alessandro Del Piero, riecheggiando l’isolamento provato dall’unica scintilla creativa in mezzo a un attacco brusco. Con il futuro di Vlahovic incerto e i nuovi acquisti Jonathan David e Lois Openda ancora da accendere, Yildiz teme la stagnazione. Il colpo da maestro di Comolli? Una clausola che lega il rinnovo ai rinforzi di gennaio, a dimostrazione della determinazione della Juventus a inseguire la corsa allo Scudetto.
Il mondo del calcio osserva con ansia. Gli esperti tracciano parallelismi con l’aspra partenza di Paul Pogba nel 2012, mettendo in guardia da un danno reputazionale se Yildiz se ne andasse. Giornali italiani come la Gazzetta dello Sport lo hanno soprannominato “L’ultimatum turco”, mentre Tuttosport ipotizza un vertice invernale tra Comolli e il padre di Yildiz, Engin, ora suo principale consigliere dopo la rottura con i precedenti agenti. I tifosi, divisi ma ferventi, inondano i forum di meme di Yildiz con la maglia del Chelsea, ma la maggior parte si schiera dalla parte del club: “Pagate il ragazzo: è il nostro futuro”, si legge in un post virale.
Mentre le trattative si intensificano in vista del derby dell’Inter, la posta in gioco trascende un singolo prodigio. Per Comolli, il successo convalida il suo mandato; il fallimento invita al caos. Yildiz, sull’orlo della celebrità, incarna l’arco di riscatto della Juventus: un talento grezzo forgiato nell’accademia del Bayern, affinato nella pentola a pressione di Torino. I bianconeri si piegheranno o si spezzeranno? Le prossime settimane promettono fuochi d’artificio, con l’imprevedibilità del bel gioco in piena mostra. A Torino, dove la storia è incisa nero su bianco, questa saga potrebbe ridefinire le sorti della Vecchia Signora, o fratturarle irreparabilmente.