AVVERTENZA SUI CONTENUTI: Questa pubblicazione tratta di crimini di guerra e dei processi di Norimberga. È condivisa esclusivamente a scopo di educazione storica e di commemorazione delle vittime del regime nazista.
Julius Streicher e le lezioni di Norimberga – Lezioni che non dimenticheremo mai
Tra gli imputati davanti al Tribunale Militare Internazionale di Norimberga (1945-1946), Julius Streicher occupò una posizione unica. Non ricoprì mai un alto grado militare né comandò direttamente campi di concentramento, ma fu riconosciuto colpevole di crimini contro l’umanità per il suo ruolo centrale nella diffusione dell’odio antisemita.

Nel 1923, Streicher fondò e diresse il quotidiano The Striker , che per anni pubblicò contenuti volti a incitare all’odio contro il popolo ebraico. La pubblicazione ebbe un ruolo significativo nel creare il clima sociale che avrebbe poi favorito politiche discriminatorie e violenze.
Nel 1933 fu uno dei principali organizzatori del boicottaggio nazionale delle attività commerciali di proprietà ebraica del 1° aprile, una delle prime azioni pubbliche coordinate contro gli ebrei sotto il regime nazista.
A Norimberga, Streicher fu accusato di “incitamento al genocidio attraverso la propaganda”. Il tribunale stabilì che, sebbene non avesse personalmente ordinato omicidi, i suoi scritti scritti nel corso di molti anni avevano contribuito in modo sostanziale ad aprire la strada all’Olocausto.
Fu condannato a morte il 1° ottobre 1946. La sentenza fu eseguita il 16 ottobre 1946, insieme ad altri nove imputati.

I processi di Norimberga non miravano solo a punire singoli individui; stabilirono un principio storico: le parole possono essere armi e coloro che usano la propaganda per incitare all’odio e alla violenza sono responsabili davanti alla legge e alla storia.
Più di sei milioni di ebrei e milioni di altri persero la vita a causa dell’odio che persone come Streicher contribuirono a diffondere.
Oggi ricordiamo il suo nome non per odio, ma come promemoria per noi stessi e per le generazioni future: l’istruzione, la tolleranza e la vigilanza contro i discorsi d’odio sono la nostra difesa più forte contro il ripetersi di tragedie di questo tipo.
Che le vittime riposino in pace. Che non dimentichiamo mai.
AVVERTENZA SUI CONTENUTI: Questa pubblicazione tratta di crimini di guerra e dei processi di Norimberga. È condivisa esclusivamente a scopo di educazione storica e di commemorazione delle vittime del regime nazista.
Julius Streicher e le lezioni di Norimberga – Lezioni che non dimenticheremo mai
Tra gli imputati davanti al Tribunale Militare Internazionale di Norimberga (1945-1946), Julius Streicher occupò una posizione unica. Non ricoprì mai un alto grado militare né comandò direttamente campi di concentramento, ma fu riconosciuto colpevole di crimini contro l’umanità per il suo ruolo centrale nella diffusione dell’odio antisemita.

Nel 1923, Streicher fondò e diresse il quotidiano The Striker , che per anni pubblicò contenuti volti a incitare all’odio contro il popolo ebraico. La pubblicazione ebbe un ruolo significativo nel creare il clima sociale che avrebbe poi favorito politiche discriminatorie e violenze.
Nel 1933 fu uno dei principali organizzatori del boicottaggio nazionale delle attività commerciali di proprietà ebraica del 1° aprile, una delle prime azioni pubbliche coordinate contro gli ebrei sotto il regime nazista.
A Norimberga, Streicher fu accusato di “incitamento al genocidio attraverso la propaganda”. Il tribunale stabilì che, sebbene non avesse personalmente ordinato omicidi, i suoi scritti scritti nel corso di molti anni avevano contribuito in modo sostanziale ad aprire la strada all’Olocausto.
Fu condannato a morte il 1° ottobre 1946. La sentenza fu eseguita il 16 ottobre 1946, insieme ad altri nove imputati.

I processi di Norimberga non miravano solo a punire singoli individui; stabilirono un principio storico: le parole possono essere armi e coloro che usano la propaganda per incitare all’odio e alla violenza sono responsabili davanti alla legge e alla storia.
Più di sei milioni di ebrei e milioni di altri persero la vita a causa dell’odio che persone come Streicher contribuirono a diffondere.
Oggi ricordiamo il suo nome non per odio, ma come promemoria per noi stessi e per le generazioni future: l’istruzione, la tolleranza e la vigilanza contro i discorsi d’odio sono la nostra difesa più forte contro il ripetersi di tragedie di questo tipo.
Che le vittime riposino in pace. Che non dimentichiamo mai.
AVVERTENZA SUI CONTENUTI: Questa pubblicazione tratta di crimini di guerra e dei processi di Norimberga. È condivisa esclusivamente a scopo di educazione storica e di commemorazione delle vittime del regime nazista.
Julius Streicher e le lezioni di Norimberga – Lezioni che non dimenticheremo mai
Tra gli imputati davanti al Tribunale Militare Internazionale di Norimberga (1945-1946), Julius Streicher occupò una posizione unica. Non ricoprì mai un alto grado militare né comandò direttamente campi di concentramento, ma fu riconosciuto colpevole di crimini contro l’umanità per il suo ruolo centrale nella diffusione dell’odio antisemita.

Nel 1923, Streicher fondò e diresse il quotidiano The Striker , che per anni pubblicò contenuti volti a incitare all’odio contro il popolo ebraico. La pubblicazione ebbe un ruolo significativo nel creare il clima sociale che avrebbe poi favorito politiche discriminatorie e violenze.
Nel 1933 fu uno dei principali organizzatori del boicottaggio nazionale delle attività commerciali di proprietà ebraica del 1° aprile, una delle prime azioni pubbliche coordinate contro gli ebrei sotto il regime nazista.
A Norimberga, Streicher fu accusato di “incitamento al genocidio attraverso la propaganda”. Il tribunale stabilì che, sebbene non avesse personalmente ordinato omicidi, i suoi scritti scritti nel corso di molti anni avevano contribuito in modo sostanziale ad aprire la strada all’Olocausto.
Fu condannato a morte il 1° ottobre 1946. La sentenza fu eseguita il 16 ottobre 1946, insieme ad altri nove imputati.

I processi di Norimberga non miravano solo a punire singoli individui; stabilirono un principio storico: le parole possono essere armi e coloro che usano la propaganda per incitare all’odio e alla violenza sono responsabili davanti alla legge e alla storia.
Più di sei milioni di ebrei e milioni di altri persero la vita a causa dell’odio che persone come Streicher contribuirono a diffondere.
Oggi ricordiamo il suo nome non per odio, ma come promemoria per noi stessi e per le generazioni future: l’istruzione, la tolleranza e la vigilanza contro i discorsi d’odio sono la nostra difesa più forte contro il ripetersi di tragedie di questo tipo.
Che le vittime riposino in pace. Che non dimentichiamo mai.