Con la voce rotta dall’emozione, Simone Vagnozzi, allenatore di Jannik Sinner, ha raccontato in un’intervista esclusiva la dedizione assoluta e al tempo stesso i rischi corsi dal suo allievo. Dietro i trionfi, le coppe sollevate e l’ascesa al numero uno del mondo, si nasconde infatti il prezzo altissimo che Sinner ha pagato per inseguire i suoi sogni.

“Lui dà sempre il massimo per i suoi obiettivi, arrivando persino ad allenarsi dimenticando di mangiare”, ha spiegato Vagnozzi, sottolineando come la determinazione del campione altoatesino lo abbia spesso portato oltre i limiti fisici. La voglia di migliorarsi, di perfezionare ogni dettaglio tecnico e mentale, ha reso Sinner un punto di riferimento nel circuito, ma questa stessa ossessione è diventata anche il suo tallone d’Achille.
Secondo l’allenatore, è stato proprio questo impegno eccessivo a condurre al recente infortunio e ai segnali di esaurimento che hanno costretto il giovane a fermarsi. “Il corpo a volte manda dei segnali chiari, che non si possono ignorare. Jannik ha sempre voluto spingersi oltre, senza risparmiarsi mai, ma a lungo andare il rischio è quello di spezzarsi”, ha aggiunto.

Non solo la preparazione fisica, ma anche la pressione psicologica ha giocato un ruolo importante. Vagnozzi ha infatti ammesso che una parte significativa della situazione è legata alle aspettative, non solo da parte dei tifosi e dei media, ma soprattutto autoimposte da Sinner stesso. “È un perfezionista. Vuole sempre di più, non si accontenta mai. A volte pretende da sé stesso più di quanto sia umanamente sostenibile”, ha rivelato.
Il quadro che emerge è quello di un campione giovane ma già intrappolato tra il desiderio di eccellere e la necessità di proteggere la propria salute. La parabola ascendente di Sinner, fatta di vittorie prestigiose e di record battuti a soli 23 anni, ha reso quasi naturale aspettarsi sempre di più da lui. Tuttavia, come sottolinea il suo allenatore, la realtà è che anche i campioni restano esseri umani.

La testimonianza di Vagnozzi ha scosso non solo il mondo del tennis, ma anche i tifosi italiani, che da sempre vedono in Sinner il simbolo di una nuova generazione capace di riportare l’Italia ai vertici dello sport mondiale. Sui social, molti hanno espresso solidarietà e sostegno al campione, invitandolo a prendersi il tempo necessario per recuperare non solo il fisico, ma anche la serenità mentale.
In questo momento delicato, il messaggio del coach suona come un campanello d’allarme ma anche come un invito alla riflessione: la grandezza non si misura soltanto con i trofei, ma anche con la capacità di sapersi fermare, ascoltare il proprio corpo e proteggere la propria carriera a lungo termine.
Per Sinner, la strada verso il futuro resta ancora aperta e ricca di possibilità. Ma le parole di Vagnozzi ricordano a tutti che, dietro la leggenda in costruzione, c’è un ragazzo che sacrifica tutto per lo sport che ama. E che ora ha bisogno, più che mai, di equilibrio e di tempo per ritrovare sé stesso.