💥 Lo US Open 2025 è stato travolto da una polemica inaspettata che ha coinvolto la tennista canadese Gabriela Dabrowski e due delle protagoniste del tennis femminile italiano, Jasmine Paolini e Sara Errani. Tutto è iniziato dopo l’eliminazione del duo italiano dal torneo di doppio femminile, quando Dabrowski, in un’intervista rilasciata a caldo, ha pronunciato parole durissime destinate a far discutere a lungo.

La canadese non si è limitata a commentare l’andamento della partita, ma ha lanciato un vero e proprio attacco contro l’intero movimento tennistico italiano: “Gli italiani sono davvero così deboli? Non dovrebbero essere autorizzati a partecipare a nessuna competizione internazionale, perché non hanno né la forza né lo spirito di lottare”. Una dichiarazione che ha immediatamente fatto il giro dei media e dei social network, suscitando reazioni indignate da parte dei tifosi italiani e non solo.
La prima a restare sconvolta è stata Jasmine Paolini, che ha appreso le parole dell’avversaria poco dopo l’uscita dal campo. La numero uno azzurra ha definito “inaccettabili” le affermazioni di Dabrowski e ha chiesto agli organizzatori dello US Open di prendere provvedimenti disciplinari immediati. Paolini ha sottolineato come il rispetto tra atlete debba essere alla base dello sport e che non è tollerabile screditare un’intera nazione per il risultato di una partita.

A quel punto è intervenuta direttamente la CEO dello US Open, Stacey Allaster, che ha convocato d’urgenza le parti per chiarire la vicenda. L’intervento della massima dirigente ha colto di sorpresa sia Dabrowski che Paolini, entrambe rimaste sbalordite dalla rapidità e dalla fermezza con cui il torneo ha scelto di affrontare il problema. Secondo indiscrezioni provenienti dall’ambiente organizzativo, Allaster avrebbe espresso preoccupazione per l’impatto mediatico delle dichiarazioni della canadese e per il messaggio negativo che rischiavano di trasmettere.
La vicenda ha sollevato un ampio dibattito sul ruolo delle dichiarazioni pubbliche nello sport professionistico. Se da un lato c’è chi difende la libertà di espressione delle atlete, dall’altro molti ritengono che un linguaggio offensivo e generalizzante non possa essere giustificato. Criticare la prestazione sportiva è legittimo, ma estendere il giudizio a un’intera nazione di atleti appare come un attacco gratuito e poco costruttivo.
Al momento non è ancora chiaro se gli organizzatori dello US Open decideranno di sanzionare Gabriela Dabrowski con una multa o con altre misure disciplinari. Tuttavia, è certo che le sue parole hanno creato un solco difficile da colmare, incrinando i rapporti con il tennis italiano e generando una tempesta mediatica che rischia di oscurare gli stessi risultati sportivi del torneo.

Quel che resta, per ora, è l’immagine di un episodio che ha scosso profondamente lo spirito dello US Open. E mentre Paolini ed Errani cercano di rialzarsi dal ko sportivo e dalle parole pesanti subite, il dibattito continua a infiammare tifosi e addetti ai lavori: davvero i tennisti italiani sono così deboli, come sostiene Dabrowski, o si tratta solo di uno sfogo inopportuno e fuori luogo?