Scandalo in Nazionale: Alessandro Buongiorno si ritira dal ritiro dell’Italia e gela Gattuso

Il calcio italiano è stato scosso da una notizia clamorosa che ha fatto tremare Coverciano. Alessandro Buongiorno, uno dei difensori più promettenti del Torino e punto fermo della nuova generazione azzurra, ha annunciato il suo ritiro improvviso dalla nazionale italiana, poche ore dopo essere stato convocato da Gennaro Gattuso per il raduno di novembre.
La decisione, arrivata come un fulmine a ciel sereno, è stata accompagnata da parole durissime: “Non voglio più partecipare ai ritiri inutili della nazionale. Ci sono questioni personali più importanti della maglia dell’Italia, e non mi pento di aver rifiutato.”

Una dichiarazione tanto diretta quanto spiazzante, che ha lasciato lo staff tecnico e i compagni di squadra senza parole. Gattuso, noto per il suo carattere passionale e il forte senso di appartenenza alla maglia azzurra, avrebbe reagito con incredulità e delusione. Secondo fonti vicine alla nazionale, l’allenatore avrebbe cercato immediatamente un confronto diretto con Buongiorno, ma il difensore avrebbe confermato con fermezza la propria decisione, spiegando di voler “dare priorità a questioni personali rimandate da troppo tempo.”

All’interno dello spogliatoio, la notizia ha creato un clima di tensione. Alcuni giocatori, in particolare i veterani come Gianluigi Donnarumma e Nicolò Barella, avrebbero espresso disappunto, considerandolo un gesto poco rispettoso nei confronti della maglia e dei compagni. Altri, invece, avrebbero mostrato comprensione, ritenendo che il calcio moderno, con i suoi ritmi serrati e la pressione mediatica costante, possa logorare anche i più forti mentalmente.
Le reazioni non si sono fatte attendere nemmeno fuori dal centro tecnico. Sui social, i tifosi italiani si sono immediatamente divisi in due fazioni. Da una parte, chi ha criticato aspramente il comportamento del difensore, scrivendo commenti come “La maglia azzurra non si rifiuta mai” o “Chi non ha rispetto per l’Italia non merita di indossarla”. Dall’altra, una minoranza di sostenitori ha mostrato empatia: “Se Buongiorno ha preso una decisione così forte, evidentemente sta vivendo qualcosa di serio. Non giudichiamolo senza sapere.”
I giornalisti sportivi più autorevoli del Paese hanno cercato di interpretare il gesto. Fabio Caressa, intervenuto a Sky Sport 24, ha dichiarato: “Buongiorno è un ragazzo intelligente, ma questa uscita pubblica è stata un autogol. Capisco la stanchezza e le pressioni, ma la nazionale è un onore, non un fastidio.”
Diversa la posizione di Marco Materazzi, che invece ha mostrato maggiore comprensione: “Non possiamo sapere cosa succede nella vita privata dei giocatori. Forse Alessandro ha bisogno di ritrovare equilibrio. Tuttavia, una frase così forte inevitabilmente lascia il segno.”
Secondo alcune indiscrezioni trapelate da ambienti vicini al Torino, Buongiorno starebbe attraversando un periodo complesso anche a livello fisico e mentale. Dopo una serie di infortuni muscolari e un calendario fitto di impegni, il difensore si sarebbe sentito sopraffatto. “È arrivato al limite”, avrebbe confidato un membro dello staff granata, aggiungendo che “non è stata una decisione impulsiva, ma meditata da settimane.”
Gattuso, dal canto suo, ha scelto la via del silenzio per diverse ore, prima di rompere il ghiaccio con una breve dichiarazione ai microfoni della FIGC: “Rispetto le scelte personali di ogni giocatore, ma la nazionale non è mai un peso. Chi non ha voglia di esserci, è giusto che resti a casa. Noi andiamo avanti con chi crede nel progetto.”
Un messaggio chiaro, che suona come un monito non solo per Buongiorno, ma per tutta la squadra: la maglia azzurra va onorata, e non ci sono eccezioni.
Nel frattempo, la FIGC avrebbe aperto un confronto interno per capire come gestire il caso. Alcuni dirigenti avrebbero proposto di sospendere Buongiorno dalle prossime convocazioni, mentre altri preferirebbero chiudere la vicenda senza ulteriori polemiche, per non destabilizzare l’ambiente a pochi mesi dagli Europei.
Il futuro del difensore in nazionale, al momento, appare incerto. Se da un lato molti ritengono che, con il tempo, le ferite potranno rimarginarsi e Buongiorno potrà tornare a disposizione, dall’altro è chiaro che la sua dichiarazione ha incrinato il rapporto di fiducia con Gattuso e con parte dello spogliatoio.
Un aspetto interessante è che questa vicenda arriva in un momento delicatissimo per la nazionale italiana. Dopo i recenti alti e bassi, Gattuso sta cercando di costruire un gruppo unito e affamato, capace di tornare ai vertici del calcio europeo. Un episodio del genere rischia di compromettere la serenità del gruppo e di riaccendere le vecchie critiche sulla mentalità dei calciatori italiani.
Nel frattempo, Buongiorno ha lasciato un breve messaggio sui social, cercando di spegnere le polemiche: “Non cerco lo scontro con nessuno. Ho solo bisogno di tempo per me stesso e per chi mi sta vicino. Ringrazio chi ha capito.”
Tuttavia, le sue parole non sono bastate a placare l’ondata di critiche. Per molti tifosi, la sua frase iniziale resterà come una macchia difficile da cancellare.
In conclusione, il “caso Buongiorno” rappresenta uno dei momenti più controversi della recente storia della nazionale italiana. Un gesto che mette in discussione non solo l’impegno individuale, ma anche il valore simbolico della maglia azzurra. Mentre Gattuso cerca di riportare serenità nel gruppo, l’Italia calcistica si interroga: cosa spinge un giovane talento, nel pieno della carriera, a voltare le spalle alla nazionale? Forse, in un’epoca di stress e pressione costante, anche i campioni hanno bisogno di fermarsi — ma il prezzo, quando si tratta dell’Italia, può essere molto alto.