Nella cupa palestra del carcere di Norimberga, alle 2,40 del mattino del 16 ottobre 1946, una figura zoppicante salì sulla forca. Arthur Seyss-Inquart, l’ultimo dei dieci architetti nazisti condannati, salì i tredici gradini con il piede torto. Risuonavano le sue parole: “Spero che questa esecuzione sia l’atto finale della tragedia della Seconda Guerra Mondiale”. Ma mentre cadeva ruggì: “Io credo nella Germania!” Alle 2,45 del mattino crollò e il suo corpo sussultò nelle ultime convulsioni del regime.

Nato il 22 luglio 1892 a Stannern, in Boemia, Seyss-Inquart proveniva dall’impero austro-ungarico. Veterano della Prima Guerra Mondiale, ferito in combattimento e che in seguito lavorò come avvocato a Vienna, fu influenzato dal pangermanismo degli anni ’30. Rappresentò l’ala legale dei nazionalsocialisti austriaci e prestò servizio come ministro degli Interni sotto Schuschnigg. Divenne cancelliere l’11 marzo 1938, appena due giorni prima dell’invasione tedesca.
Accolse con favore l’annessione dell’Austria, divenne governatore imperiale dell’Ostmark ed espulse gli ebrei di varie professioni. Ciò aprì la strada all’Olocausto in Austria. Nel maggio 1939 Hitler lo nominò ministro senza portafoglio del Reich. Nell’ottobre 1939 prestò servizio sotto Hans Frank come vice governatore generale della Polonia. Lì represse la resistenza, attuò l’arianizzazione e assicurò una deportazione senza intoppi nei campi di sterminio.
Nei Paesi Bassi, Seyss-Inquart divenne commissario del Reich il 29 maggio 1940. Dall’Aia bandì l’opposizione, politicizzò la cultura e fondò la Landwacht. Nel 1943 represse gli scioperi di Amsterdam e Arnhem con massacri e più di 800 esecuzioni. L’attacco a Putten nel 1944 portò a 117 fucilazioni e deportazioni; la città fu distrutta.

In quanto antisemita, fece allontanare gli ebrei dal servizio pubblico e dall’industria. Nel 1941 ne registrò 140.000, li internò nel ghetto di Amsterdam e li deportò via Westerbork. Ad Auschwitz morirono più di 107.000 persone; solo 30.000 sopravvissero, un tasso di sopravvivenza del 75%. Nel settembre 1944 dirottò i sopravvissuti, con un pretesto, a Theresienstadt.
A seguito del lavoro forzato furono deportati 530.000 cittadini olandesi, 250.000 dei quali dovettero lavorare nelle fabbriche tedesche. Campi come Vught e Amersfoort divennero centri di terrore. Nell’inverno 1944/45, colpito dalla carestia, 20.000 persone morirono a causa delle sue politiche. Nell’aprile 1945 approvò i ponti aerei alleati. In totale, fu responsabile della morte di centinaia di migliaia di persone: ebrei, lavoratori e ostaggi.
Nell’aprile 1945 Hitler lo nominò ministro degli Affari esteri. Il 5 maggio 1945 fu catturato ad Amburgo. A Norimberga, dove fu difeso da Steinbauer, raggiunse un QI di 141. Fu assolto dalle accuse di cospirazione ma condannato per altre accuse relative alle atrocità commesse nei Paesi Bassi. Negò di essere a conoscenza dei fatti e paragonò le deportazioni ad espulsioni.
Nella sua ultima dichiarazione ho assicurato che avevo la coscienza tranquilla e che la sua situazione era migliorata. Quando escuchó il verdetto, se estremeció: “Muerte en la horca, por mí está bien”. Tornò al cattolicesimo e chiese l’assoluzione. La noche de la ejecución, Keitel, Kaltenbrunner e altri fueron asesinados. Göring fuggì suicidandosi. Seyss-Inquart fu l’ultimo a morire, zoppicando.
Le guardie lo hanno trattenuto durante il suo discorso di pace. Cadendo gridò: “Credo nella Germania!” Il suo collo si spezzò e il portello si chiuse di colpo. Il suo corpo fu cremato e le sue ceneri sparse nell’Isar. Non c’è tomba per l’uomo impenitente.

Seyss-Inquart non era un fanatico, ma un burocrate calcolatore. I loro tavoli decidevano tra la vita e la morte. La sua chiamata risuonò come un’illusione di impero. Il mondo ha giurato: “Mai più!”, ma la storia avverte. Nel novembre 2025, le mostre ricorderanno il processo di Norimberga.
Documenti recentemente declassificati del 2025 rivelano la sua corrispondenza con Himmler. Gli storici discutono i paralleli con Frank. Le scuole insegnano il loro ruolo nell’educazione all’Olocausto. Il grido dal patibolo simboleggia il nazionalismo provocatorio.
Le vittime vengono commemorate ogni anno nei Paesi Bassi. I musei di Westerbork mostrano elenchi di deportati. L’eredità di Seyss-Inquart richiede vigilanza. La sua intelligenza alimentava il male e incarnava la banalità della perversione.
Oggi, 79 anni dopo, Norimberga è un memoriale. Il 16 ottobre è un giorno del ricordo della giustizia. La fine del Seyss-Inquart fu l’atto finale di un cacciatorpediniere. Il suo segreto: credere in una Germania che ha distrutto.