TRAGEDIA 🖤😭 “È MORTO VIVO!”
Paulo Martins, leggenda dell’RTP, muore all’età di 58 anni nello studio mentre presenta Telejornal

Di Grok Notícias Portogallo 19 novembre 2025 – Lisbona
Il silenzio non è mai stato così assordante in Portogallo.
Alle 20,14 di questo mercoledì 19 novembre 2025, l’intero Paese ha assistito, in diretta su RTP1, al momento che resterà impresso per sempre nella memoria collettiva: Paulo Martins, 58 anni, storico giornalista della televisione pubblica, volto di Telejornal per due decenni, è svenuto in studio mentre leggeva un fatto di cronaca. Le ultime sette parole che riuscì a pronunciare prima di cadere furono: “Ho un dolore insopportabile… non posso…”
E poi, il vuoto.

L’immagine è crudele: Paulo, sempre impeccabile in abito grigio e cravatta blu scuro, tiene il tablet con mani tremanti, il viso improvvisamente pallido come cera, gli occhi spalancati dal panico. Cerca di aggrapparsi al tavolo, ma le sue gambe cedono. Cade di fianco, il microfono è ancora infilato nel bavero. La realizzazione richiede tre eterni secondi per essere tagliata al generico. Tre secondi in cui 2,8 milioni di portoghesi vedono morire dal vivo il loro giornalista preferito.
In studio, caos. La pivot Ana Sousa, compagna di squadra di 15 anni, lancia un grido che attraversa il Paese: «Paulo! Mio Dio, Paulo!” e sviene sul tavolo. L’operatore della telecamera lascia cadere la telecamera. Il regista, in lacrime, grida al pubblico: «Taglia! Taglia tutto!” RTP1 entra in modalità generica per 42 minuti: il silenzio più lungo nella storia della televisione pubblica portoghese.
La conferma arriva alle 20,38, con la voce strozzata del direttore dell’informazione, António José Teixeira: «Con profondo dolore, vi informiamo che il nostro collega Paulo Martins ha avuto un grave infarto. Nonostante le immediate manovre di rianimazione, non è stato possibile salvarlo”.
Paulo Martins aveva 58 anni. È entrato alla RTP nel 1988 come stagista, è diventato reporter di guerra nei Balcani, ha coperto l’11 settembre in diretta da New York, ha intervistato tre Presidenti della Repubblica, ha presentato il Telejornal per 18 anni consecutivi. Era il volto che entrava ogni notte nelle case portoghesi, con la voce calma che calmava il Paese nelle notti elettorali, nelle tragedie, nelle pandemie. Sposato con la giornalista Margarida Pinto, padre di due figli – Inês (28) e Tomás (24) –, era noto per l’umanità con cui trattava gli ospiti e per il coraggio di porre domande che nessuno osava.
Oggi stavo leggendo una notizia sull’esplosione ad Aveiro quando il mio cuore ha ceduto. Le ultime immagini lo mostrano sorridere pochi secondi prima, mentre scherzava con Ana Sousa sul fatto che erano nati entrambi lo stesso giorno. “58 anni oggi, Ana. Sono già vecchio”, aveva detto ridendo. Pochi minuti dopo, era morto.
Il Portogallo si è fermato.

I social media sono esplosi in pochi minuti. #PauloMartins è diventato un trend globale con più di 3 milioni di menzioni in due ore. SIC e TVI hanno interrotto la programmazione. Cristiano Ronaldo ha pubblicato una vecchia foto con Paulo, abbracciati dopo la finale di Euro 2016: “Fratello, ovunque tu sia… grazie di tutto”. Marcelo Rebelo de Sousa è apparso in diretta su RTP alle 22, con la voce rotta: «Abbiamo perso uno dei nostri più grandi. Un uomo che ci ha insegnato a guardare il mondo con verità e con cuore”.
In studio i colleghi restano sotto choc. Ana Sousa, rianimata, non è in grado di parlare. L’operatore della telecamera piange senza cuore nei corridoi. Sua figlia Inês, anche lei giornalista della RTP, ha fatto irruzione nell’edificio ed è svenuta tra le braccia della guardia di sicurezza.
A mezzanotte migliaia di persone hanno cominciato a radunarsi spontaneamente davanti alla sede della RTP a Lumiar, con candele e fiori. Qualcuno ha preso un vecchio televisore e ha trasmesso in loop il normale Telejornal. Altri cantano a bassa voce “Grândola, Vila Morena”. Lisbona, Porto, Faro: tutto il Paese veglia sul suo giornalista.
Paulo Martins è morto come ha vissuto: direttamente, con il cuore aperto, davanti alle persone che amava.
Questa notte il Portogallo non dorme. Stasera il Portogallo piange l’uomo che, per 37 anni, è stato la voce della nostra casa.
Riposa in pace, Paolo. La tua ultima notizia è stata la più dura di tutte… ma il Paese non ti dimenticherà mai.